La “Casa del Massaro” di Crespino
di Luciana Passarella (Ventaglio n.40 – Dicembre 2009)

760Percorrendo la strada “Eridania”, nel tratto che da Papozze raggiunge Polesella, toccando vari comuni rivieraschi situati lungo il fiume Po, si passa davanti ad bel fabbricato, sito nel Comune di Crespino, recentemente restaurato ed adibito ad agriturismo. Si notano immediatamente due elementi: l’importante recupero edilizio effettuato e lo stemma, posto sul frontone, una doppia P sovrastata da corona, che dà indicazione dell’antico proprietario dell’edificio: il Principe Pio. La sua lettura ci fornisce una sola informazione certa: il nome dell’antico proprietario. Nonostante accurate indagini compiute sul manufatto non si hanno notizie dell’anno della sua costruzione, ma in compenso sono emerse intriganti vicende dei suoi antichi proprietari. Tornando, perciò, indietro nel tempo ed esaminando le vecchie carte conservate a Ferrara, Rovigo, Venezia e Roma possiamo aprire una finestra sul passato e svelare avvenimenti che ci fanno rivivere la realtà di tempi che ci appaiono remoti.

Partiamo da elementi conosciuti: i Principi Pio. Si tratta di una famiglia, di antichissima origine – più tardi imparentata con la famiglia di origine spagnola dei Falcò – i cui componenti si qualificarono sempre come Principi Pio di Savoia. La famiglia dei Principi Pio di Savoia ebbe un ruolo importante sia nella vita del territorio di Ferrara che più in generale in quello dello Stato Pontificio e della stessa Chiesa. A questo proposito basti ricordare che dal secolo XV i soli cardinali nati a Ferrara furono due componenti della famiglia Pio: Carlo Emanuele Pio di Savoia, nominato cardinale da Clemente VIII nel 1604 e Carlo Pio di Savoia (conosciuto come Carlo Pio junior) creato cardinale nel 1654 da Urbano VIII. Lo stesso Carlo Pio divenne vescovo di Ferrara. Considerata l’importanza avuta da questa famiglia nella storia di Ferrara e dello Stato della Chiesa, non possiamo meravigliarci che il suo ramo, stabilito nel territorio ferrarese, possedesse terre ed edifici anche a Crespino.

La storia di Crespino è, infatti, strettamente legata a quella del Ducato di Ferrara entrato a far parte dello Stato della Chiesa dopo la morte, avvenuta nel 1597, di Alfonso II d’Este che con tre matrimoni aveva cercato, ma senza successo, di generare un figlio cui destinare i suoi beni. Alfonso II nel suo testamento aveva perciò indicato come suo successore il cugino don Cesare, ma inutilmente, giacché il Papa Clemente VIII dichiarò che quest’ultimo non avesse titolo ad ereditare il ducato di Ferrara. Pertanto da allora il territorio del ducato di Ferrara, compresa la cosiddetta “Transpadana ferrarese”, (di cui faceva parte Crespino) divenne parte integrante dello Stato Pontificio.

Lo Stato della Chiesa, all’epoca dell’arrivo a Crespino dei Principi Pio, dal punto di vista amministrativo, era stato diviso in tredici province. La dodicesima provincia divenne quella di Ferrara, la cui capitale era, appunto, Ferrara dove risiedeva il rappresentante del potere centrale: il cardinale legato. Nell’ambito di ogni provincia, il potere locale era poi concentrato nei Governi sparsi sul territorio. Nella “Relazione sulla corte di Roma”, ristampata a Bracciano nel 1646, è riportato l’elenco di tutti i governatori dello Stato. Quelli del ferrarese erano: Argenta, Ariano, Bagnocavallo, Cento, Codigoro, Comacchio, Cotignola, Crespino, Lugo, Massalombarda, Melara, Pieve di Cento, S. Agata e Conselice, Trecento. Quindi proprio a Crespino c’era la sede del Governatore che aveva funzioni amministrative e giudiziarie nel territorio e che per l’attività di polizia si serviva della “Compagnia dei Fanti della Terra di Crispino”. Tutto ciò fino al 1796. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche e la firma del Trattato di Tolentino, Pio VI cedette il ferrarese che fu unito alla Repubblica Traspadana e Cisalpina, poi occupato dagli Austriaci e quindi compreso nel Regno Italico di cui formò la maggior parte del Dipartimento del Basso Po. Con la fine dell’impero napoleonico il Papa Pio VI riuscì a riottenere i precedenti domini. Della provincia di Ferrara (nota col nome di Legazione) non recuperò però la parte posta sulla riva sinistra del Po (la cosiddetta Transpadana, che comprendeva Crespino) che restò all’Austria. Tutto questo ci spiega perché informazioni sulla presenza dei Principi Pio a Crespino si trovano sia negli archivi dello Stato Pontificio che in quelli della Repubblica di Venezia. Così, a Roma è conservata una mappa disegnata nel 1753 che raffigura l’andamento del Po con l’indicazione di tutti li Passi, Molini, e siti per l’esigenza de Dazi Pontifici, dalla quale veniamo a sapere che il passo di Borgo e il passo doppio di Crespino erano infeudati al Principe Pio. A Venezia, invece, è conservato il Catasto Napoleonico, catasto geometrico particellare deliberato dal governo austriaco all’indomani di Campoformio, le cui operazioni, già avviate e portate avanti con l’amministrazione napoleonica, dopo l’ingresso delle province venete nel regno d’Italia (1805), furono ultimate nei primi anni della seconda dominazione austriaca (1817).

In una delle grandi mappe in cui è raffigurato il Dipartimento del Basso Polesine, sono rappresentati terreni e fabbricati del Comune di Crespino con Selva nel 1811. Nel relativo Sommarione – in cui, per ogni particella catastale, sono descritte numero d’ordine della mappa, possessore, toponimo, destinazione d’uso del terreno o del fabbricato e superficie – l’edificio su cui si è appuntato il nostro interesse (oggi trasformato in agriturismo) è accatastato come “Casa da massaro”, nella località detta Sbarra, immobile il cui possesso è ascritto a due Pio: Lumiares Pio ed Antonio, figli quondam Giberto. In realtà il proprietario era uno solo: si tratta di Antonio Valcárcel Principe Pio di Savoia che al catasto volle essere chiamato con il nome con cui era meglio conosciuto in Spagna e cioè Antonio Valcárcel Pío de Saboya, conde de Lumiares. Il funzionario del catasto erroneamente credette che si trattasse di due fratelli: Pio e Antonio Lumiares. Antonio Lumiares Valcárcel Pío di Savoia, conte di Lumiares, nato ad Alicante nel 1748, e sposo di María Tomasa Teresa Pasqual del Pobil y Sannazar, morì nel 1808. L’edificio accatastato nel 1811 era dunque esistente e di proprietà del principe Antonio Pio di Savoia almeno dal 1808. Beni e titoli della famiglia passarono dapprima al figlio Antonio (marito di Beatrice Orsini di Roma), poi per la sua morte senza figli nel 1814, passarono alla sorella di questi: Maria della Concezione. Quest’ultima era andata sposa nel 1794 a Pasquale Falcó de Belaochaga (1772-1812). Dal loro matrimonio era nato quel Giovanni Falcò Valcarcel (don Juan Jacobo Falcó y Valcárcel) a cui risulta intestata intorno al 1817 la nostra “Casa da massaro”. Infatti, nel successivo estratto catastale, conservato a Venezia, della copia aggiornata delle mappe napoleoniche (chiamate comunemente “mappe austriache” e conservate a Rovigo), il fabbricato risulta intestato a Falcò Valcarcel Giovanni, conosciuto come Principe Pio di Savoia Marchese di Castel Rodrigo. Era nato il 27 gennaio 1797 e morì il 4 novembre 1873.

E la storia continua così fino ai nostri giorni, quando la casa da massaro è divenuta l’agriturismo Principe Pio di Crespino. Dell’importante intervento di recupero del bene e della sua nuova destinazione ci fornisce alcune informazioni l’attuale proprietario, il signor Roberto Bollani che sottolinea di aver acquistato il manufatto da Longhi Cesare, nipote di uno dei sei fratelli Longhi che avevano acquisito, nel 1963, la Casa del Massaro dalla famiglia Pio Falcò.
Nel restauro il sig. Bollani ha mantenuto la forometria originale, sia quella posteriore sia quella anteriore mentre ai lati, per adeguarsi a sopraggiunte esigenze, ha inserito nuove finestre.
La perimetria è stata oggetto di interventi conservativi e l’interno, da magazzino di deposito di attrezzi agricoli, è stato trasformato nell’attuale impostazione, cercando di interpretare la collocazione ab origine dei vani per cui è stato conservato il grande atrio e la disposizione al primo piano delle stanze. Chiunque percorra la strada Eridania nei pressi di Crespino, ha dunque modo di apprezzare ed ammirare, nella sua nuova “fisicità”, la Casa del Massaro ora Agriturismo Principe Pio. Lodevole dunque il recupero, portato a compimento nell’ottica di valorizzare un immobile altrimenti destinato al degrado, che oggi può finalmente offrire occasioni di accoglienza a turisti interessati ad esplorare una zona di sicuro interesse lungo la riva sinistra del Po.

Testo e foto tratte da ventaglio90.it